Veneto prima nella graduatoria. Il Veneto guida la graduatoria delle regioni che hanno utilizzato più voucher, dalla loro entrata in vigore nella primavera del 2006. I buoni lavoro (equivalenti a 10 euro per un’ora di lavoro di cui 7,5 vanno al lavoratore, il resto in contribuzione Inps, Inail e costi) rappresentano un sistema di pagamento del lavoro occasionale accessorio, cioè di quelle prestazioni di lavoro svolte al di fuori di un normale contratto di lavoro in modo discontinuo e saltuario. Essi hanno riscontrato un crescente successo in ambito agricolo, contribuendo a regolarizzare numerose posizioni specie nei periodi della vendemmia.
Dopo la crescita in ambito agricolo ora i “buoni” si stanno espandendo in altri settori e si tratta di verificare se, come sostengono i sindacati, essi vadano a sostituire rapporti di lavoro più garantiti.
Verona supera Treviso. Treviso è stata la prima provincia a sperimentare questa nuova forma di contratti e non è un caso se è Treviso, per numero complessivo di “buoni lavoro” venduti, a tirare la classifica del Veneto, la regione italiana dove se ne usano di più, dal 2008 a oggi. Degli oltre 3,3 milioni di tagliandi usati in regione (su un totale di 24 milioni per l’Italia), 879 mila provengono dalla Marca, seguita a ruota da Verona (875.088). A distanza Vicenza (538.096), Padova (435.820), San Donà (258.073), Venezia (162.596), Rovigo (138.120) e Belluno (58.874).
Ma, nei primi 10 mesi del 2011, Verona sorpassa di un soffio la provincia di Treviso: 301.578 a 301.114 su 1,4 milioni di ticket Inps venduti. A seguire Vicenza (275.265), Padova (223.149), San Donà (121.939), Venezia (79.024), Rovigo(74.401), Belluno (30.710). I comparti più interessati sono quello agricolo (900 mila nei primi dieci mesi del 2011), seguito a ruota dal commercio, turismo e servizi (244 mila) e 190 mila buoni sono stati utilizzati nel campo delle manifestazioni ed eventi sportivi e culturali.