Assobiomedica, l’associazione che riunisce circa 300 aziende di tecnologia biomedicale e diagnostica, che forniscono le Asl di tutta Italia di strumenti diagnostici e medicali ha reso pubblica una graduatoria dei tempi di pagamento della sanità nazionale.
Classifica regioni. A livello regionale la maglia nera è della Calabria con 901 giorni di media, mentre all’estremo opposto si trova la Valle d’Aosta con 65 giorni, in linea con le direttive europee. “Accettabili”, poi, sono i tempi di pagamenti di Trentino Alto Adige (81), Friuli Venezia Giulia (89) e Lombardia (96). Fino ad oggi il Veneto ha pagato in media a 201 giorni, performance in linea con Toscana, 205 ed Emilia Romagna (164).
Il dato positivo per il Veneto è la sensibile riduzione dello scoperto: un anno e mezzo fa il debito delle casse della sanità regionale verso le aziende fornitrici ammontava ad 1 miliardo e 500milioni di euro, scesi al 31 dicembre a 800 milioni circa. Ultimo sforzo si giocherà entro marzo, quando la somma sarà resa disponibile dal Ministero dell’Economia. Le riduzioni maggiori, tuttavia, si sono registrate in Emilia Romagna (a novembre rispetto a giugno lo scoperto è calato di oltre 140 milioni), seguita dalla Campania (nello stesso periodo -124,3 milioni), dal Piemonte (-115,5 milioni) e dalla Puglia (-96,9 milioni).
Classifica per enti. Il dato sui tempi di attesa dei singoli enti del Sistema Sanitario Nazionale, sempre secondo la classifica stilata da Assobiomedica, evidenzia come le aziende con i maggiori ritardi sono concentrate al Sud: nell’ordine l’Ao Mater Domini di Catanzaro (1.392 giorni di attesa), l’Asp di Cosenza (1.226), l’Asl Napoli 1 Centro (1.119) e l’Asp di Reggio Calabria (977). A seguire ancora undici aziende sanitarie di Calabria e Campania prima di cambiare Regione e trovare al sedicesimo posto con 472 giorni di attesa (in diminuzione di -21 tra settembre e ottobre, il Policlinico Gemelli di Roma.