In molti paesi avanzati il TPL è un servizio fortemente regolamentato e sussidiato. Le motivazioni principali a sostegno dell’intervento pubblico sono raggruppabili in tre tipologie:
- favorire ed incoraggiare il TPL a discapito del trasporto privato per motivazioni principalmente di tipo ambientale (riduzione della congestione e dell’inquinamento);
- garantire la mobilità degli individui anche nelle zone urbane non centrali e in gran parte delle fasce orarie, indipendentemente dal livello di reddito (servizio essenziale con funzioni redistributive);
- in presenza di fallimenti di mercato, in particolare imperfezioni informative, esternalità e condizioni tecnologiche, si suggerisce la presenza di un monopolista, regolamentato, come soluzione efficiente.
Il TPL in Italia presenta però delle caratteristiche negative:
- I riparti dei sussidi sono tratti da cespiti fiscali di altra derivazione, socializzando i deficit delle società su tutti i cittadini e vengono distribuiti in base alla spesa storica senza prendere in considerazione l’adozione di strategie per migliorare la sostenibilità ambientale (sorretta da incentivi di derivazione comunitaria) o premiante obiettivi di miglioramento gestionale e performances finanziarie migliorative;
- Le tariffe mediamente più basse dell’ Europa in virtù di sussidi mediamente più alti;
- La procedura di affidamento dei lotti in house, negazione della concorrenza e dell’ efficienza, con l’ aggravante che quasi sempre l’ ente affidante è anche proprietario della società a cui si affida il servizio;
- L’azienda che beneficia dell’affidamento in regime di monopolio locale in genere ha un riferimento normativo, contrattuale amministrativo assimilato alla Pubblica Amministrazione con la centralizzazione contrattuale del trattamento /miglioramento salariale.
All’interno di questo scenario la FIT CISL del Veneto ha organizzato un convegno martedi 8 maggio 2012 per analizzare lo stato del trasporto pubblico in Veneto e illustrare un progetto per una mobilità sostenibile dei cittadini.