Le elezioni comunali appena svolte costituiscono un’ottima occasione per garantire la giusta rappresentanza del genere femminile nelle amministrazioni comunali. È stata utilizzata per la prima volta nei comuni con almeno 5.000 abitanti LA DOPPIA PREFERENZA DI GENERE, in altre parole era possibile esprimere due preferenze per i consiglieri comunali purché riguardanti due candidati di genere diverso.
In base alla nuova legge, gli elettori e le elettrici, nei comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, hanno avuto la possibilità, nel votare una lista di partito, di esprimere due preferenze (anziché una, come previsto dalla normativa previgente), purché riguardanti candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.
Restava comunque salva la facoltà di esprimere una sola preferenza (o, naturalmente, di non esprimerne alcuna). In caso di espressione di due preferenze a candidati dello stesso sesso, il voto è valido e viene assegnata unicamente la prima preferenza (quella espressa sul primo rigo).
Le preferenze devono inoltre essere espresse solo per candidate o candidati della lista per cui si vota.
Questa legge mira a rafforzare la rappresentanza femminile nelle assemblee elettive locali.
Ad essa non ha però fatto seguito una adeguata attività di informazione e comunicazione, né a livello istituzionale, né da parte dei partiti.
Poche persone ne erano a conoscenza e molte sono state le preferenze annullate perché inserite male nella scheda. Il voto di genere ha causato ritardi e notevoli difficoltà da parte dei scrutatori nel calcolare le preferenze, questa prima possibilità di aumentare la rappresentatività femminile rischia di essere una bella occasione mancata.