A 7 mesi dal varo del Decreto Sviluppo solo 6 aziende in Italia hanno utilizzato tale forma di finanziamento per un valore complessivo di quasi 2 miliardi di euro. Si tratta di imprese, comunque, medio-grandi e non di pmi. Il problema è che ci sono ancora delle resistenze culturali /economiche che frenano lo sviluppo delle mini-obbligazioni, dettate soprattutto da:
· difficoltà sul fronte della domanda: sono pochi gli investitori istituzionali (per esempio fondi pensione) interessati ad investire su imprese poco conosciute all’estero;
· difficoltà sul fronte della domanda, per i costi legati alla valutazione della capacità di rimborso del bond da parte di un’azienda.
Ma cosa sono i mini- bond? È un canale di finanziamento rivolto alle imprese non quotate in borsa ed alternativo al credito bancario; si tratta di prestiti obbligazionari destinati ad investitori istituzionali e finalizzati al finanziamento delle attività aziendali. In pratica gli istituti di credito distribuiscono il rischio a fondi di investimento specializzati nelle pmi e tale operazione sta per essere rilanciata anche in Veneto da Intesa Sanpaolo, per dare nuovo slancio a questa forma di finanziamento di fronte alle attuali difficoltà di accesso al credito.