I rifiuti messi a gara costano il 30% in meno

Per iniziare un viaggio sul tasso di concorrenza, libertà economica e trasparenza del funzionamento del mercato dall’ambito dei rifiuti solidi urbani ci vuole un po’ di temerarietà. Forse non è un caso che questo settore è assente dall’Indice delle Liberalizzazioni 2015 appena reso pubblico dall’Istituto Bruno Leoni. Difficoltà di reperimento delle informazioni, estrema frammentazione delle fonti ed eterogeneità dei metodi di contabilizzazione rendono molto ostico il compito di rendere trasparente e comparabile il costo dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti nel nostro Paese. E non è un caso neppure il fatto che, a fronte di una dottrina che specifica che la regola generale per l’affidamento del servizio è la gara ad evidenza pubblica, mentre altre forme sono l’eccezione, in questo caso ci troviamo in un rovesciamento gigantesco per cui l’eccezione – l’affidamento in house – si è fatto regola.

Eppure la legge 221/2012 art. 34 c. 20 aveva codificato in modo chiaro qual è la procedura da seguire: «Per i servizi pubblici locali di rilevanza economica, al fine di assicurare il rispetto della disciplina europea, la parità tra gli operatori, l’economicità della gestione e di garantire adeguata informazione alla collettività di riferimento, l’affidamento del servizio è effettuato sulla base di apposita relazione, pubblicata sul sito internet dell’ente affidante, che dà conto delle ragioni e della sussistenza dei requisiti previsti dall’ordinamento europeo per la forma di affidamento prescelta e che definisce i contenuti specifici degli obblighi di servizio pubblico e servizio universale, indicando le compensazioni economiche se previste».

L’indicazione della gara, dell’economicità della gestione e della trasparenza nella scelta della procedura non hanno fatto perdere il sonno ai Comuni veneti. Si provi a fare una veloce navigazione nei siti per individuare le relazioni che motivano la scelta compiuta nella stragrande maggioranza dei casi: l’affidamento in house a società di proprietà degli enti affidanti e che svolge esclusiva attività per i soci. Confindustria Veneto ha provato a smuovere la situazione con gli Stati Generali del 27 Giugno 2014 a cui è seguito un indecoroso girarsi dall’altra parte della politica.

Ma in questa situazione di pietrificazione monopolistica qualcosa si muove.

Ci riferiamo a due episodi che hanno rilevanza pubblica. Il primo è che nel Rapporto ISPRA 2015 sui Rifiuti Urbani, che è l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale, l’autorità in materia si riferisce che in un’analisi svolta sul territorio nazionale il Consorzio Padova Sud è risultato l’eccellenza assoluta dal punto di vista dell’economicità del servizio (pag. 183). E allora, ci si potrebbe chiedere? Ebbene, il Consorzio Padova Sud è uno dei rarissimi casi in Italia di servizio acquisito tramite gara di evidenza pubblica.

Il secondo elemento è costituito dalla battaglia dei Comuni di Mason, Molvena e Pianezze nel Bassanese per condurre in porto, tra difficoltà insormontabili, una vera gara per l’affidamento del servizio dei rifiuti con l’obiettivo raggiunto di risparmi che variano dal 16 al 43% (per l’Ecocentro). Lo svolgimento effettivo delle gare è anche la soluzione per riuscire ad individuare i costi reali del servizio, un’informazione ben nota alle tasche dei cittadini che pagano le bollette, ma di difficilissimo reperimento per la voluta opacità delle fonti istituzionali. Ma il fatto che nelle rarissime gare che si sono fatte, l’affidamento del servizio è avvenuto a costi con un risparmio in bolletta che varia dal 15 al 30% dovrebbe far riflettere i Comuni, soprattutto in un periodo così difficile per i cittadini e le imprese.

Non si tratta di fare una valutazione per cui il mercato è buono e il servizio pubblico è cattivo. Mediamente in Veneto si sono raggiunte altissime percentuali di raccolta differenziata ed è un dato indiscutibile che attraverso questo obiettivo si riduce in modo molto significativo il costo del servizio. Il discorso è esattamente l’opposto, ovvero che società pubbliche gestite bene, sotto la pressione della valutazione trasparente dei cittadini che è connessa alle procedure concorrenziali, possono migliorare ulteriormente oppure lasciare spazio ad operatori privati più efficienti.

Editoriale di Luca Romano pubblicato su Venezie Post di venerdì 4 dicembre 2015

 

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