Nel terzo trimestre 2011 l’export dei distretti del Triveneto ha registrato un incremento tendenziale del 7,7%, ma l’aumento è inferiore ai trimestri precedenti e le difficoltà attuali rischiano di frenare il processo di recupero sui livelli pre-crisi.
Nel terzo trimestre 2011 l’export dei 34 distretti tradizionali del Triveneto ha mantenuto un buon ritmo di crescita, registrando un aumento tendenziale del 7,7%. A trainare la crescita sono i distretti del Veneto (+8,5% le esportazioni), dove alcuni hanno registrato tassi di crescita a doppia cifra. Il dato emerge dal Monitor curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per conto per conto delle sue banche in Veneto. La ricerca evidenzia un rallentamento, dopo che nei cinque trimestri precedenti si era registrata una crescita a doppia cifra. Nei settori ad alta tecnologia, molto bene i tre poli triveneti ad alta tecnologia, che nel terzo trimestre 2011 hanno continuato a correre (+13,1% tendenziale). Spiccano, in particolare, il biomedicale di Padova e l’Ict veneto, trainati entrambi dal mercato tedesco. È ulteriormente cresciuta la propensione a esportare nei nuovi mercati ad alto potenziale, dove i distretti tradizionali triveneti, pur rallentando, hanno registrato un aumento dell’export del 9,8% tendenziale. Trainante la Russia, dove le esportazioni dei distretti triveneti hanno ripreso a correre (+28,2% la variazione tendenziale). Su livelli contenuti, ma in forte crescita le esportazioni verso il Brasile. Il contributo maggiore alla crescita è comunque venuto dai tradizionali sbocchi commerciali, guidati dalla Germania, che si conferma il principale motore della crescita dei distretti del Triveneto. La fase di recupero sembra dunque rallentare e nonostante complessivamente manchi poco per ritornare ai livelli pre-crisi, sono molti i distretti lontani dai livelli di export del 2008. in particolare il distretto del mobile del Livenza e Quartier del Piave, quello degli elettrodomestici dell’Inox Valley, quelli del tessile abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno e di Treviso.
Le previsioni non solo molto ottimistiche e le imprese più in ritardo rispetto ai livelli del 2008 e quindi in più difficile situazione finanziaria, quelle che non si affacciano nei mercati emergenti, Russia in primis, e quelle troppo piccole per avere una rete di export importante, saranno le prime a soffrire.